Italian Review

Wilt è da dieci anni il progetto dark ambient di James Keeler, al quale nel 2006 si è aggiunto Dan Hall, che si occupa di far confluire parti di chitarra nel flusso sonoro creato dall’altro.

Per festeggiare quest’anniversario, Ad Noiseam pubblica Cemetery Road in coppia con Dead Electroniks, un album di remix dove nomi più o meno noti, anche provenienti dal roster dell’etichetta, mettono le mani su materiale sonoro dei Wilt.
Nei Wilt non si trova nulla che già non sia stato sentito altrove, ma al duo va riconosciuta la grande capacità di creare sempre una pesantissima cappa di grigiore sopra a tutto, utilizzando le sorgenti sonore più disparate: sintetizzatori, basso, radio, field recordings, chitarra elettrica, acustica. Di Cemetery Road colpiscono la sconfortante “Red Bird, Black Sky” e il ronzio sinistro di “The Realm Of Shattered Prisms”. L’ispirazione sembra provenire da nomi storici di area ambient e industrial, ma i Wilt potrebbero dire qualcosa anche a tutti quelli che si stanno appassionando al “guitar ambient”, che tanto va di moda adesso.
Il secondo cd non è affatto un riempitivo, anzi, per certi versi colpisce molto più del primo, in primis perché possiede un piglio più aggressivo che ridesta l’attenzione, poi perché i nomi coinvolti sono di prima qualità, solo spesso lasciati un po’ troppo in disparte oppure così sotterranei da sfuggire a tutti quelli che non sono maniaci collezionisti. L’apertura spetta ai Wilt stessi con “Constellation”, poi tocca agli altri: Climax Denial è disturbante e abrasivo, così il come il duo portoricano dei Cornucopia, Theologian (side project di Navicon Torture Technologies) crea spazi bui immensi attraversati da scariche elettriche, Luasa Raelon produce affilatissimi riverberi che si perdono in un crescendo di saturazione, così come fanno i i Locrian (un duo drone-noise-doom da tener/che stiamo tenendo d’occhio) , Veil Of Secrecy esplora profondità catacombali, Mark Solotroff fa quello che ci si aspetta dal tenutario della Bloodlust! (noise & power electronics), Josh Lay forse si perde un po’ troppo nel rimanipolare il suo pezzo, Sickness si diverte con un po’ di white noise, Horchata ammazza con le basse frequenze, infine tocca ai labelmates Larvae dire la loro con l’unico remix nel quale compaiono dei beats. Chiudono tutto ancora i Wilt, con un’abissale “Dusk”.

Da prendere.

4/5

http://www.audiodrome.it/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=5625

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